DIRITTO ITALIANO - Giurisprudenza

Consiglio di Stato, 25.10.2017, sentenza n. 4938/2017

Compensi per copia privata e usi professionali: l’ultima parola al Consiglio di Stato


Il caso
La fase conclusiva della lite tra aziende produttrici di pc, telefoni e altri supporti elettronici e Siae e Ministero dei Beni Culturali in tema di copia privata si svolge davanti al Consiglio di Stato, che decide le impugnazioni sulle sentenze del TAR Lazio (qui e qui).
Ricevuti i chiarimenti dalla Corte di Giustizia dell’UE richiesti con la decisione parziale n. 823/2015 e ottenuti nella sentenza Microsoft, la questione dei compensi per copia privata e degli usi professionali è definitivamente risolta.  

La decisione del Consiglio di Stato
I punti fermi del caso Microsoft – che ha affermato l’incompatibilità del sistema italiano di copia privata in caso di usi professionali con il diritto UE – sono ripresi dai giudici amministrativi.
L’art. 4 dell’Allegato Tecnico al DM 30.12.2009, relativo ai “protocolli applicativi” di esenzione conclusi tra Siae e produttori di supporti/apparecchi di registrazione, è annullato per violazione del principio europeo di parità di trattamento: per il Consiglio di Stato, i protocolli “non sono lo strumento legittimo e idoneo per disciplinare le esenzioni “ex ante” nei casi previsti”.
Si conferma, inoltre, l’illegittimità del meccanismo di rimborso in caso di compenso non dovuto, non effettivo e difficilmente accessibile (soprattutto alle persone fisiche che utilizzino i dispositivi per uso professionale).
Spetta dunque al Ministero dei Beni Culturali disciplinare le esenzioni e il rimborso con un nuovo decreto.
Un ricorrente, Samsung, chiede anche il risarcimento dei danni derivanti dall’indebito pagamento del compenso per copia privata per gli usi professionali. I giudici, però, respingono questa richiesta, sottolineando che, nella prassi, i produttori traslano il compenso per copia privata sul prezzo del bene e dunque sono gli utenti finali a sopportarne il costo. Per i produttori, quindi, tale compenso resta neutro e rende inesistente il danno economico.  

Perché questa sentenza è importante?

La pronuncia chiude il cerchio sul tema dei compensi per copia privata in caso di usi professionali, completando la sentenza parziale del 2015.
In seguito alla Sentenza, il Ministero dei Beni e delle Attività Cultuali ha approvato un Decreto che modifica l’articolo 4 dell’allegato tecnico oggetto del procedimento, con cui ha riscritto l’intera disciplina con nuove modalità di esenzioni e i rimborsi.
RICERCA
  search   reset