Il caso
La
vicenda sottoposta ai giudici europei nasce da una lite tra SFP, collecting polacca che tutela i titolari
di diritti di proprietà intellettuale su opere audiovisive, e OTK, distributore
di programmi tv via cavo, riguardo alla quantificazione dei compensi dovuti da
quest’ultima per l’uso di opere protette dal diritto d’autore.
Alla
Corte di Giustizia si chiede, in particolare, di valutare la compatibilità con
il diritto dell’UE di una norma polacca in tema di risarcimento del danno da
violazione del diritto d’autore.
La decisione della Corte di Giustizia
Per il
diritto polacco, il titolare del diritto d’autore violato può richiedere il
risarcimento del danno derivante dalla violazione secondo i principi generali o
mediante il pagamento di una somma pari al doppio del c.d. canone ipotetico, ossia
del compenso che sarebbe stato dovuto per l’utilizzazione delle opere protette
dal diritto d’autore (c.d. danni punitivi).
Interpretando
l’art. 13 della Direttiva 2004/48/CE, la Corte di Giustizia chiarisce
che le norme europee hanno introdotto uno standard minimo di tutela contro le
violazioni del diritto d’autore. Gli Stati membri legittimamente possono estendere
questa tutela ed è questo il caso del diritto polacco.
Inoltre,
benché la Direttiva non abbia tra le proprie finalità quella di “introdurre un obbligo di prevedere un
risarcimento punitivo” (considerando 26), ciò non significa che i danni
punitivi siano vietati in assoluto.
A
sostegno della propria tesi, la Corte osserva che nel diritto polacco i danni
punitivi non sono obbligatori, ma conseguono ad una scelta del titolare del
diritto. Del resto, in alcuni casi, il doppio del canone ipotetico potrà essere
persino essere inferiore al risarcimento conseguibile in base ai principi
generali.
Perché questa sentenza è importante?
Ispirata
dall’obiettivo di garantire un “livello
elevato, equivalente ed omogeneo di protezione della proprietà intellettuale
nel mercato interno”, proprio della Direttiva citata, la Corte di Giustizia
ammette i danni punitivi in materia di violazione di diritti d’autore.
Anche
altri Stati membri, quindi, potranno introdurre norme simili a quella del
diritto polacco nel proprio ordinamento nazionale.